In occasione della giornata mondiale sull’Alzheimer dello scorso 21 settembre, il tema è stato proprio quello della prevenzione e il giusto stile di vita che permette di mantenere attivo il cervello. Le ultime scoperte arrivate dagli studi scientifici, infatti, provano che alcune sane abitudini, come fare sport, mangiare pesce e verdure oppure semplicemente andare a ballare, possono aiutare in un caso su tre a limitare il rischio d’insorgenza della malattia.
Ma come fare? “La buona notizia è che, grazie alle strategie di prevenzione, l’incidenza dell’Alzheimer sta calando in tutte le fasce d’età– spiega il Dott. Angelo Bianchetti, responsabile del Centro Valutazione Alzheimer dell’Istituto Clinico S. Anna di Brescia – Per contro il numero complessivo dei malati aumenta, e questo è legato al progressivo invecchiamento della popolazione. Insomma si invecchia di più ma in maniera più sana rispetto agli anni passati, segnale che adottare un corretto stile di vita, anche verso i 50 anni, rappresenta la strada giusta da intraprendere”.
Stop al fumo, dunque. Sì invece a corsette leggere o lezioni di ginnastica che contrastano la rigidità muscolare ma anche quella di pensiero. Oltre a sedentarietà e fumo, gli altri principali fattori di rischio legati alla demenza senile sono il diabete di tipo 2, l’ipertensione, l’obesità e la depressione.
“E’ dimostrato che curare determinate patologie come il diabete, l’obesità e l’ipertensione arteriosa riduce il rischio il decadimento cognitivo – continua l’esperto – Inoltre determinati cibi possono trasformarsi in alleati o nemici dei nostri neuroni. In particolare non bisogna abusare di zuccheri, burro e carne grassa, mentre è consigliabile incrementare il consumo di pesce, verdure e legumi che prevengono il rischio vascolare ma anche la neurodegenerazione, così come quello di determinate vitamine (la vitamina E e la vitamina C ad esempio). Quello che fa bene al cuore fa bene anche al cervello”.
Per uno stile di vita “Salva Alzheimer” non bisogna tralasciare anche la socializzazione, come seguire un corso oppure ritrovarsi con gli amici al bar, senza però cogliere l’occasione per abusare degli alcolici che invece sono nemici del cervello. Ottimi anche i giochi da tavolo, le parole crociate o la semplice lettura di un buon libro. “L’attività mentale è centrale in questi casi- prosegue Bianchetti – e mantenersi in allenamento permette di migliorare le prestazioni cognitive”.
Ma quando bisogna fare attenzione? Secondo gli ultimi dati l’Alzheimer colpisce una persona su 20 dopo i 65 anni, soprattutto donne. “La malattia impiega molti anni prima di manifestarsi e può essere diagnosticata solo con marcatori biologici ma è possibile concentrarsi su alcuni campanelli d’allarme come cominciare a perdere interesse per le attività di tutti i giorni, oppure ai piccoli vuoti di memoria, soprattutto se si ripetono frequentemente” conclude l’esperto.