Lo afferma il ricercatore statunitense Webster Ross, del dipartimento di medicina e geriatria dell’università di Honolulu, il quale sostiene che “l’esame dell’olfatto effettuato quando non sono ancora presenti i classici tremori può essere di valido aiuto per permettere una diagnosi precoce della malattia“.
I ricercatori hanno studiato le capacità olfattive di circa duemila persone di età avanzata, privi di altri sintomi tipici della malattia di Parkinson. Dopo qualche anno, il numero di pazienti che hanno sviluppato la malattia è stato cinque volte maggiore tra coloro che avevano ottenuto i punteggi minori al test per la valutazione dell’olfatto.
Un alterato senso dell’olfatto potrebbe essere quindi un utile strumento di screening per individuare i pazienti ad alto rischio per lo sviluppo del Parkinson.
Oggi questa malattia viene controllata e rallentata nel suo decorso con l’ausilio di una terapia farmacologica.
La dieta è una variabile importante nella battaglia contro la malattia, perché i pasti possono interferire con l’efficacia della terapia farmacologica. Inoltre l’importanza della dieta nel mantenere un soddisfacente stato di salute è ormai nota a tutti. In presenza di malattie croniche un programma dietetico e l’utilizzo di supplementi nutrizionali diventa condizione fondamentale per il benessere dell’individuo.
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